Smart working prezioso per i caregiver

Diffusosi in particolare con la pandemia, il cosiddetto smart working offre indubbi vantaggi soprattutto a chi, come i caregiver, deve destreggiarsi tra lavoro e impegni familiari. Ma quali sono i benefici dello smart working e quali possono essere gli svantaggi? Scopriamolo insieme.

Complice la pandemia, che ha rap­presentato un vero e proprio punto di svolta, oggi lo smart working è una real­tà anche nel nostro Paese. E questo in tutte le sue declinazioni: dal semplice lavoro “da remoto” alla forma più vicina alla definizione vera e propria di smart working o lavoro agile, che prevede la possibilità di lavorare in qualsiasi luogo (a casa come in spazi di co-working), ma anche una certa flessibilità di orario e di gestione del lavoro.01

Proprio la flessibilità lavorativa offer­ta dallo smart working costituisce una delle esigenze principali dei caregiver riportate nella prima Carta dei Dirit­ti del Caregiver, presentata lo scorso giugno alla Camera dei Deputati, anche gra­zie al contributo di Teva Italia. Allo sta­to attuale, infatti, molti caregiver sono costretti a lasciare il lavoro o a ridur­re le ore lavorative per adempiere al loro compito di assistenza. Soluzioni di flessibilità lavorativa, come lo smart working, rendono invece possibile coniugare lavoro e assistenza allo stesso tempo.

Quanto è diffuso lo smart working in Italia?

I lavoratori che usufruiscono dello smart working (i cosiddetti smart worker) in Italia sono ormai milioni. Come anticipato, la pandemia ha costituito sicuramente un punto di svolta, con l’adozione dello smart working in molte aziende private e pubbliche del nostro Paese. Gran parte dei lavoratori italiani si sono trasformati così in smart worker, con tutti i benefici, ma anche qualche svantaggio che questa modalità di lavoro comporta.02

Secondo i numeri dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, le persone che hanno lavorato da remoto nel 2020 in Italia sono state ben 6,58 milioni (praticamente 1/3 dei lavoratori dipendenti). Nel biennio successivo, con la fine dello stato di emergenza, il numero di smart worker è diminuito, per poi però consolidarsi nel 2023, anno in cui, secondo la Ricerca dell’Osservatorio, i lavoratori agili risultavano infatti quasi 3,58 milioni, (superiore comunque del +541% rispetto ai dati pre-covid).02

Gran parte dei lavoratori agili del nostro Paese opera nelle grandi imprese private (i dati dell’Osservatorio per il 2023 indicano per questo settore 1,88 milioni di persone in smart working, quindi oltre un lavoratore su due, con dati in crescita rispetto al 2022).03 Lo smart working è invece meno diffuso nelle piccole e medie imprese e nella pubblica amministrazione con, rispettivamente, 570.000 (il 10% della platea potenziale) e 515.000 lavoratori agili (il 16%) (dato sempre del 2023).02 03

Pro e contro dello smart working

Vera e propria rivoluzione culturale che scardina gli approcci tradizionali, lo smart working presenta notevoli benefici, ma anche alcune criticità.

Con lo smart working il lavoratore gode infatti dell’autonomia di poter scegliere la modalità di lavo­ro in termini di luogo e, nell’accezione più pura, anche di orario.

Tutto questo si può tradurre non solo in crescita mo­tivazionale e maggiore efficienza nel lavoro,02 ma anche in un migliore work-life balance, ovvero un miglior equilibrio tra la vita professionale e quella pri­vata. Pensiamo, per esempio, al tem­po risparmiato quotidianamente per raggiungere l’ufficio, che si può invece dedicare al proprio benessere (es. all’attività fisica)04 e, soprattutto nel caso dei caregiver, anche all’assistenza dei propri cari.

Stime riportano che il tempo medio risparmiato da uno smart worker per ogni giornata di lavoro da remoto sia di circa 60 minuti. Con solo due giornate a settimana di lavoro da remoto, il tempo risparmiato in un anno è quindi dell’ordine di 93 ore. Un piccolo tesoro di tempo, e di vita, che può essere reinvestito per riequilibrare meglio esigenze personali e professionali.05

A sostenere, in generale, i benefici psico-fisici dello smart working i dati di una ricerca dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano che ha valutato il benessere dei lavoratori sulla base delle tre dimensioni stabilite dall’OMS (benessere psicologico, relazionale e fisico), rilevando che i lavoratori agili presentano livelli di benessere più elevati rispetto ai lavoratori che non godono di alcuna forma di flessibilità.02

Quali invece i contro dello smart working? Le più comuni criticità riportate dalle persone in smart working comprendono: difficoltà nel riuscire a tenere separata la vita privata da quella la­vorativa, senso di isolamento (per via delle poche interazioni con i colleghi e le scarse opportunità di vita sociale), ma anche lo stress dovuto a un utilizzo intenso delle tecnologie digitali (tecnostress).05

Il giusto compromesso? Il lavoro ibri­do: più flessibilità, meno stress

È quanto emerge dalla ricerca italiana “Smart working: la sfida del digitale”, condotta dall’Osservato­rio della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. La ricerca che confer­ma come il lavoro del futuro potrebbe essere proprio il lavoro ibrido, un mix tra lavoro a distanza e lavoro in presenza, almeno da quanto dichiarato dal 79% degli abitanti residenti nelle grandi città (i più convinti dei benefici dello smart working) e dal 70% di quelli residenti nei piccoli centri (sotto i 3000 abitanti).06

Oltre il 70% degli intervistati pensa infatti che lo smart working sia un vantaggio per il work-life balance (l’equilibrio tra tempo di vita e tempo di lavoro), la produttività, le donne, oltre che per l’ambiente.06

Dati interessanti emergono anche da una ricerca condotta dall’IWG (International Workplace Group) su un campione di oltre 1000 lavoratori ibridi. Secondo questa ricerca il lavoro ibrido ridurrebbe significativamente i sintomi dal burnout, la sindrome derivante dallo stress cronico correlato al lavoro.04 I lavoratori passati a un modello di lavoro ibrido dichiarano infatti di sentirsi:04

  • meno esausti(79%), 
  • meno stressa­ti(78%),
  • meno ansiosi(72%),

con un’ampia maggioranza (l’86%) che afferma di riuscire ad affrontare me­glio le proprie giornate grazie proprio al modello di lavoro più flessibile.04 Pen­siamo, per esempio, a chi si deve sotto­porre a cure e a chi deve gestire figli e genitori anziani o malati.

Dato l’impatto positivo del lavoro ibrido sulla salute mentale e fisica dei lavoratori, non sorprende quindi che circa tre quarti degli intervistati (il 76%) abbia affermato che un eventuale ritorno in ufficio cinque giorni a settimana potrebbe influire negativamente sul proprio benessere.04

Ma come è regolamentato lo smart working in Italia?

Innanzitutto, va detto che, nonostante questa modalità di lavoro abbia avuto la massima espansione durante la pandemia, lo smart working esiste già da prima dell'emergenza COVID-19. La Legge sul Lavoro Agile (Legge n.81 del 22 maggio 2017)risale infatti al 2017 e da allora (insieme a successivi decreti e regolamentazioni) norma gli aspetti giuridici dello smart working, ad es. diritti dello smart worker e controllo da parte del datore di lavoro, strumenti tecnologici e modalità con cui viene eseguita l'attività da remoto.01 02 07

Come anticipato, durante e nel periodo immediatamente successivo alla pandemia, diversi provvedimenti e proroghe hanno semplificato le procedure di accesso allo smart working, soprattutto per alcune categorie di lavoratori.01

Dal primo aprile 2024 però queste procedure semplificate sono giunte al termine. Lo smart working non è quindi più possibile? Non è così, si è solo tornati alla normativa ordinaria regolamentata dalla legge n.81 del 22 maggio 2017 (Legge sul Lavoro Agile) che prevede un accordo individuale tra lavoratori e aziende.01 08

Va però detto che alcune categorie, e tra queste quella dei caregiver, mantengono una priorità di accesso allo smart working. L’art. 4, comma 1, del D.Lgs. n. 105/2022 (Decreto conciliazione vita-lavoro), che ha scritto ex novo il comma 3-bis, dell’art. 18, L. n. 81/2017, prevede infatti che i datori di lavoro, sia pubblici sia privati, debbano riconoscere una priorità alle richieste di lavoro in modalità agile, qualora vengano presentate da lavoratrici e lavoratori che appartengono ad una delle seguenti categorie: 08 09 10

  1. disabile in situazione di gravità accertata;
  2. genitore con figli fino a 12 anni di età o disabili;
  3. assistente familiare (caregiver) ai sensi dell'art. 1, comma 255, della L. n. 205/2017.

Cosa vuole dire? Queste categorie godono di una “priorità” (non un diritto) nelle richieste di lavoro agile, ciò significa che, in caso l’azienda decidesse di aderire a politiche di smart working, le domande di questi lavoratori devono essere considerate con precedenza.09

Infine, esiste un'altra categoria di lavoratori per la quale lo smart working potrebbe trovare meno ostacoli: gli over 65. Il recente D.Lgs. 29/2024 (cosiddetto “decreto anziani”) dispone infatti che il datore di lavoro adotti, per i lavoratori dai 65 anni in su, ogni iniziativa diretta a favorire lo svolgimento, anche parziale, della prestazione lavorativa in modalità agile.10

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Fonti

  1. Back to contents.

    Smart Working, cos'è e come funziona il lavoro agile. Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano​. https://blog.osservatori.net/it_it/smart-working-cos-e-come-funziona-in-italia (ultimo accesso: 22 ottobre 2024).

  2. Back to contents.

    Smart Worker: chi e quanti sono i lavoratori agili in Italia. Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. https://blog.osservatori.net/it_it/smart-worker-in-italia (ultimo accesso: 22 ottobre 2024).

  3. Back to contents.

    Torna a crescere lo Smart Working in Italia: 3,6 milioni di lavoratori da remoto. Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano https://www.osservatori.net/smart-working/comunicato-smart-working-italia-numeri-trend/ (ultimo accesso: 22 ottobre 2024).

  4. Back to contents.

    Lo studio IWG: il lavoro ibrido riduce significativamente i burnout tra i lavoratori. Ansa, 28 Giugno 2024 https://teleborsa.ansa.it/notiziario/welfare/lo-studio-iwg-il-lavoro-ibrido-riduce-significativamente-i-burnout-tra-i-lavoratori/ (ultimo accesso: 22 ottobre 2024).

  5. Back to contents.

    Smart Working, i vantaggi e gli svantaggi del Lavoro Agile. Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano​. https://blog.osservatori.net/it_it/smart-working-vantaggi (ultimo accesso: 22 ottobre 2024).

  6. Back to contents.

    Smart Working: il futuro è ibrido. Comunicato stampa. Fondazione per la sostenibilità digitale. https://sostenibilitadigitale.it/wp-content/uploads/2024/06/Comunicato-stampa-26-giugno-2024-Smart-Working.pdf (ultimo accesso: 22 ottobre 2024).

  7. Back to contents.

    Smart working. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. https://www.lavoro.gov.it/strumenti-e-servizi/smart-working/Pagine/default (ultimo accesso: 22 ottobre 2024).

  8. Back to contents.

    Smart working con regole ordinarie dal 1° aprile: cosa cambia per i datori di lavoro. IPSOA. https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2024/03/18/smart-working-regole-ordinarie-1-aprile-cambia-datori-lavoro (ultimo accesso: 22 ottobre 2024).

  9. Back to contents.

    Smart working con accesso prioritario: a chi spetta e quali sono le sanzioni per mancata attivazione. IPSOA. https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2022/09/07/smart-working-accesso-prioritario-spetta-sanzioni-mancata-attivazione (ultimo accesso: 22 ottobre 2024).

  10. Back to contents.

    Conciliazione vita-lavoro. Camera dei deputati, 10 luglio 2024. https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1356294.pdf?_1729618754903 (ultimo accesso: 22 ottobre 2024).

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