Perturbatori endocrini: come oggetti quotidiani possono influire su metabolismo e salute

Ne siamo circondati nel­la vita di ogni giorno, ma non li conosciamo. Eppure i perturbatori endocrini (o interferen­ti endocrini) sono stati identificati dall’Organiz­zazione mondiale della Sanità già nel lontano 2002 come «Sostanza o miscela esogena che altera la funzione del si­stema ormonale e che provoca effetti negativi sulla salute di un orga­nismo».01 Più semplice­mente, i perturbatori endocrini sono sostanze -o loro combinazioni-che interferiscono con il funzionamento del nostro sistema endocri­no, quello deputato alla produzione di ormoni, e possono impattare sul­la salute con i loro ef­fetti negativi.

Oggetti pericolosi con perturbatori endocrini

Lo sono, per esempio, gli ftalati, le aldeidi (come la for­maldeide), il benzene, la diossina, il bisfenolo A02: nomi complicati di so­stanze che entrano tutti i giorni nelle nostre case perché presenti in og­getti di uso quotidiano. Per esempio, nei conte­nitori di plastica degli alimenti, nei cosmetici e nei detergenti per la casa, sulle pentole che usiamo più spesso in cu­cina e persino nei tessuti impermeabili dei vestiti.

Effetti dei perturbatori endocrini sulla salute

I perturbatori endocrini fanno male a tutti, ma soprattutto ai soggetti più vulnerabili: donne in gravidanza, neonati e bambini piccoli. Han­no diversi meccanismi di azione: secondo l’I­stituto superiore di Sa­nità, alterano il normale equilibrio ormonale, “ac­cendendo, spegnendo o modificando i segnali in­viati dagli ormoni”02, cau­sando tutta una serie di eventi avversi nell’orga­nismo, come anomalie nel sistema riproduttivo (diminuzione della ferti­lità, pubertà precoce ed endometriosi), in quel­lo respiratorio (asma e maggior predisposizio­ne alle allergie) ed en­docrino (problematiche legate alla tiroide).

Come difendersi dai perturbatori endocrini?

Il mi­nistero dell’Ambiente e della Sicurezza Energeti­ca ha diffuso un decalo­go (www.mase.gov.it). Viene, per esempio, sug­gerito di evitare l’uso di tegami e utensili da cu­cina usurati, così come di contenitori in plastica vecchi, ma anche di bru­ciare candele profumate in un ambiente chiuso. E, ancora, cambiare spesso il filtro dell’aspirapolvere e limitare l’uso di indu­menti che abbiano subi­to trattamenti idrorepel­lenti.


Fonti:

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