L’impatto dell’emicrania sulla quotidianità e la salute mentale
L’emicrania è una delle più comuni forme di cefalea primaria, ovvero è una malattia in cui il sintomo principale (il mal di testa) non è dovuto ad altre patologie. 01
L’emicrania è caratterizzata da un mal di testa localizzato su un solo lato del capo, di intensità da media a forte, con attacchi di dolore pulsante che durano da 4 a 72 ore. In caso di attacchi emicranici le persone possono manifestare anche altri sintomi come nausea o vomito e aumento della sensibilità alla luce o ai suoni. I sintomi dell’emicrania peggiorano con le normali attività e possono essere accompagnati dall’”aura”, ovvero da una serie di manifestazioni neurologiche che consistono in disturbi della vista, della parola, della sensibilità e del movimento. 01
Si calcola che l’emicrania colpisca una persona su sette e che, nella sola Europa, siano circa 50 milioni i pazienti affetti. L’emicrania è 3 volte più frequente tra i soggetti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile e si manifesta in genere tra i 25 e i 55 anni.
La parola alle persone con emicrania
L’emicrania, malattia misconosciuta e sottovalutata, non influenza solo lo stato di salute dei pazienti, ma ha effetti anche sulla vita privata, sociale e lavorativa di chi ne soffre. Ma in che modo e a che livello la vita dei pazienti emicranici e della loro famiglia ne risente?
Per comprendere meglio quale sia il reale impatto dell’emicrania sulla vita delle persone, Teva ha effettuato un’indagine internazionale denominata “Beyond migraine: the real you” (Oltre l’emicrania: il vero te stesso), nella quale sono stati intervistati 7.500 pazienti affetti da questa malattia in 10 Paesi europei. Qui di seguito sono riassunti i principali risultati di questa interessante ricerca.
Le conseguenze dell’emicrania sulla vita di tutti i giorni
In generale, la quasi totalità delle persone con emicrania (il 93%) dichiara che questa malattia peggiora sensibilmente la qualità della propria vita.
L’emicrania ha un impatto rilevante sulla vita dei pazienti, e impedisce loro di svolgere molte normali attività. Come conseguenza di questa malattia, infatti, molte persone evitano di uscire di casa (il 50%), smettono di fare sport (il 25%), rinunciano alla propria vita sessuale (il 33%) e alle vacanze (quasi il 33%).
Gli effetti negativi dell’emicrania non risparmiano nemmeno le attività lavorative, tanto che oltre la metà dei pazienti afferma che questa malattia ha avuto un effetto negativo sulla propria carriera.
Le conseguenze emotive e psicologiche dell’emicrania
Vergogna, frustrazione, ansia e tristezza sono sentimenti comuni alle persone con emicrania.
Molte di loro (specie quelle più giovani, di età compresa tra i 25 e i 34 anni), nascondono la propria malattia agli altri, per timore di essere giudicate o non capite.
La metà dei pazienti, poi, afferma di sentirsi depressa o ansiosa per colpa dell’emicrania.
Infine, prevale un grande senso di sfiducia per la società nel suo complesso e per le istituzioni che, secondo l’85% delle persone con emicrania, non prendono in seria considerazione la loro malattia.
L’impatto dell’emicrania su famiglia e relazioni
Essere un genitore con emicrania non è affatto facile. La malattia, infatti, rende più complicato occuparsi in modo adeguato dei propri figli, come affermato da 6 persone con emicrania su 10. Inoltre, secondo molti pazienti (4 su 10) essere un genitore con emicrania ha un effetto negativo sul benessere dei figli, andando a influenzare negativamente anche il loro rendimento scolastico.
La serenità dell’ambiente familiare è compromessa anche dal fatto che l’emicrania peggiora i rapporti tra i partner, come affermato da 2 intervistati su 3.
La lunga strada per arrivare alla diagnosi (e al trattamento)
Oggi esistono molti farmaci efficaci per il trattamento e la prevenzione degli attacchi di emicrania. 01 Tuttavia, molti pazienti non possono trarre beneficio da questi medicinali per il semplice fatto che la loro malattia non viene riconosciuta o viene scambiata per qualche altro disturbo.
Infatti, una persona con emicrania deve aspettare in media 3 anni tra il primo attacco e la diagnosi. Ci vogliono poi altri 1-3 anni per ricevere la prescrizione di un trattamento specifico per questa forma di mal di testa così debilitante. Anni di sofferenza che potrebbero essere evitati rivolgendosi subito a uno dei tanti centri specializzati nella diagnosi e nel trattamento delle cefalee presenti in Italia.
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Fonti
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Onan D, et al. J Headache Pain. 2023;24(1):92.