Rimedi contro il reflusso gastroesofageo

Il reflusso gastroesofageo è una malattia che colpisce un italiano su 501 e consiste nella risalita nell’esofago del contenuto acido dello stomaco.02 Si tratta di una patologia da non sottovalutare, sia perché i suoi sintomi possono avere un impatto negativo sulla qualità di vita delle persone03, ma anche perché può aumentare il rischio di problematiche sanitarie anche molto gravi.04 Fortunatamente esistono numerosi modi per alleviare o far scomparire i sintomi del reflusso.

Cause, sintomi e diagnosi di reflusso gastroesofageo

Il reflusso è provocato da un indebolimento della valvola che impedisce la risalita del contenuto acido dello stomaco nell’esofago. Tale indebolimento può essere congenito, ma molto spesso è favorito da abitudini o particolari situazioni. Tra queste ci sono l’obesità, il fumo, l’abuso di alcol, un’alimentazione ricca di grassi, la gravidanza e l’utilizzo di alcuni tipi di farmaci.04

I sintomi più caratteristici del reflusso gastroesofageo sono il bruciore alla bocca dello stomaco (dietro lo sterno) e il rigurgito acido (che si verifica quando il contenuto dello stomaco arriva fino alla bocca).LG,ISS Inoltre esistono molti sintomi meno distintivi del reflusso come difficoltà a deglutire, tosse, asma, carie dentali e alito cattivo.04 05

Per essere certi che questi sintomi siano davvero provocati dal reflusso il medico può prescrivere una serie di esami diagnostici, come l’esofago-gastro-duodenoscopia, la radiografia con Bario, la manometria esofagea o la pH-metria esofagea nelle 24 ore.04

I rischi associati al reflusso gastroesofageo

Nonostante in genere il reflusso gastroesofageo sia fastidioso, ma non abbia conseguenze particolarmente negative, in alcuni casi (specie quando la malattia è trascurata per molti anni) può causare altri problemi di salute, alcuni dei quali decisamente gravi:05

  • La continua esposizione all’acidità gastrica può provocare l’infiammazione della mucosa dell’esofago (esofagite); a lungo andare l’acidità può danneggiare l’esofago causando ulcere e sanguinamenti.05
  • A causa di questi danni da acido, sulla mucosa dell’esofago possono accumularsi cicatrici, costituite da tessuto fibroso poco elastico, che riducono il diametro dell’esofago (stenosi dell’esofago) e rendono più difficile deglutire.05
  • L’esposizione all’acidità gastrica può anche trasformare le cellule che rivestono l’interno dell’esofago in cellule più simili a quelle dell’intestino, dando luogo a quello che i medici chiamano “esofago di Barrett”. L’esofago di Barrett è pericoloso perché tende a trasformarsi in una forma di cancro detta adenocarcinoma esofageo.05

Cosa fare per ridurre i sintomi di reflusso gastroesofageo

Le recenti linee guida dell’Associazione dei Gastroenterologi Americani (ACG) suggeriscono alcuni comportamenti che possono aiutare a migliorare i sintomi del reflusso gastroesofageo e, in alcuni casi, persino farli scomparire.02

  • Perdere peso.
  • Evitare di andare a letto a meno di 2-3 ore dal pasto.
  • Smettere di fumare.
  • Evitare di consumare gli alimenti che scatenano il reflusso (caffè, cioccolato, bibite gassate, cibi piccanti, acidi o molto grassi).
  • Sollevare la testata del letto, in modo da dormire con il capo in posizione più elevata.
  • Evitare di dormire appoggiati sul fianco destro, preferendo quello sinistro.02

La perdita di peso e il sollevamento della testata del letto sono gli accorgimenti più studiati e che hanno dimostrato la più elevata efficacia nel contrastare i sintomi del reflusso.02

Le terapie per il reflusso gastroesofageo

Quando gli accorgimenti elencati nel paragrafo precedente non sono sufficienti a fornire un adeguato sollievo dei sintomi del reflusso il medico in genere prescrive un farmaco specifico. Qui di seguito elenchiamo i più importanti.04

  • Antiacidi. Esistono diversi farmaci antiacidi, tutti accomunati dal fatto di agire neutralizzando l’acidità dello stomaco (dal punto di vista chimico sono delle basi). Possono interferire con l’assorbimento gastrico di altri medicinali per cui, pur essendo disponibili anche senza ricetta, dovrebbero essere sempre utilizzati sotto controllo medico.04
  • Sodio alginato. Si tratta di un sale che nello stomaco reagisce con l’acidità gastrica e, in presenza di acqua, si trasforma in una sostanza gelatinosa. Ingerito a fine pasto, il gel formato dal sodio alginato forma una barriera sopra il contenuto dello stomaco e riduce le probabilità che questo risalga nell’esofago ed entri in contatto con le sue pareti.06
  • Inibitori della pompa protonica. Sono farmaci che inibiscono il rilascio di acido da parte delle cellule della parete dello stomaco.04
  • Agonisti dei recettori istaminici H2. Le cellule dello stomaco non producono continuamente acido cloridrico: lo fanno quando una molecola detta istamina si lega al recettore H2 presente sulla loro superficie. Gli agonisti dei recettori istaminici H2 agiscono impedendo all’istamina di legarsi al recettore, così che la produzione di acido non venga stimolata.06

Quando questi farmaci non danno buoni risultati o provocano effetti collaterali troppo intensi, è possibile optare per un intervento chirurgico. L’intervento più utilizzato è detto fundoplicatio di Nissen e consiste nel restringere la valvola che collega lo stomaco all’esofago. Si effettua in laparoscopia, ovvero introducendo gli strumenti chirurgici attraverso piccole incisioni effettuate sull’addome. Richiede una permanenza in ospedale di 2-3 giorni e una convalescenza di circa 6 settimane.04


Bibliografia

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