Diabete, prevenire è meglio
Quattro milioni di italiani sono affetti da diabete e un altro milione vive, senza saperlo, una fase di prediabete, una condizione che non è di per sé malattia conclamata, ma anticamera alla patologia.
La buona notizia è che si può “tenere sotto controllo la situazione”, adottando corrette abitudini e stili di vita salutari.
Il diabete: un’emergenza sanitaria
Il 14 novembre è la Giornata mondiale del diabete, una ricorrenza che vale davvero la pena di tenere in considerazione perché il diabete - e in particolare il diabete di tipo 2, legato all’età e ai comportamenti - ha registrato un’enorme crescita del numero di pazienti. Non a caso l’ultimo rapporto dell’Italian Barometer Diabetes Observatory si intitola “La pandemia del diabete tipo 2 e il suo impatto in Italia e nelle regioni”.
Gli italiani che soffrono di diabete sono circa 4 milioni, ma si stima che un altro milione ne sia affetto senza saperlo, e sono cifre in crescita.
Se poi guardiamo alla mortalità, si scopre che il diabete è causa diretta del 3% di tutti i decessi, ma la percentuale sale al 12% se si considerano i casi in cui la malattia è la causa iniziale o una concausa di morte. Il paziente diabetico è, infatti, esposto a molte complicazioni, specie se la sua patologia non è adeguatamente curata: si va da quelle cardiovascolari (angina, infarto, ictus, arteriopatia periferica, insufficienza cardiaca, etc.) alle nefropatie, dai danni alla retina (prima causa di cecità fra gli adulti) e alle neuropatie, che possono provocare ulcere e infezioni anche gravi.
Purtroppo, per il diabete di tipo 2 l’aderenza alla terapia risulta essere piuttosto bassa: secondo l’Agenzia italiana del farmaco (Rapporto OsMed 2020) si stima che a distanza di un anno dalla diagnosi soltanto il 40-60% dei pazienti rispetti in modo continuativo la terapia farmacologica. Molti poi neppure sanno di essere diabetici, mentre a partire dai 45 anni la glicemia andrebbe controllata periodicamente, almeno annualmente, perché le analisi del sangue possono far suonare un campanello d’allarme importante, permettendo di prevenire o almeno ritardare di anni l’insorgenza della malattia.
I due principali tipi di diabete
Esistono diverse forme di diabete: le più comuni sono il diabete di tipo 2 e il diabete di tipo 1.
Il diabete di tipo 2, responsabile dei grandi numeri citati nel paragrafo precedente, è la più comune forma di questa malattia poiché colpisce circa il 90% dei pazienti.01 Nel diabete di tipo 2 il pancreas produce una ridotta quantità di insulina o le cellule dell’organismo perdono con il tempo la capacità di rispondere a questo importante ormone il cui compito è quello di far entrare il glucosio nelle cellule, dove viene utilizzato per produrre energia. Il diabete di tipo 2 insorge quasi sempre in età adulta (dopo i 30-40 anni).02
Il diabete di tipo 1, invece, è una malattia autoimmune, nella quale anticorpi prodotti dall’organismo distruggono le cellule del pancreas incaricate di produrre l’insulina: il paziente, così, perde del tutto la capacità di produrre questo ormone e deve ricorrere a iniezioni quotidiane di insulina. A differenza del diabete di tipo 2, il diabete di tipo 1 si manifesta in genere nei bambini e nei giovani, e soltanto molto raramente nell’adulto.
Il diabete gestazionale
Il diabete gestazionale è una forma di diabete che si manifesta durante la gravidanza. Colpisce circa il 6-7% delle donne incinte e, in genere, scompare dopo il parto. È dovuto in parte ai cambiamenti ormonali che si verificano durante la gravidanza, ma le probabilità di manifestarlo aumentano in presenza di alcuni fattori di rischio:
- la presenza di parenti di primo grado affetti da diabete di tipo 2
- una precedente diagnosi di diabete gestazionale
- il sovrappeso e l’obesità
- l’età superiore ai 35 anni
- la presenza di glicemia lievemente elevata (prediabete).01
Il diabete gestazionale non va trascurato perché aumenta il rischio che la madre manifesti ipertensione o che sia sottoposta a taglio cesareo; inoltre aumenta le probabilità che il bambino manifesti disturbi quali l’iperbilirubinemia, l’ipocalcemia, la policitemia e l’ipoglicemia.01
Inoltre, le donne che sviluppano diabete gestazionale hanno un rischio più elevato di manifestare diabete di tipo 2 nel corso della loro vita.
Come scoprire se si ha il diabete?
Per effettuare la diagnosi di diabete di tipo 2 basta sottoporsi agli esami del sangue.
Una persona è affetta da diabete di tipo 2 quando si verifica almeno una delle seguenti circostanze:01
- i livelli di glucosio nel sangue (glicemia) dopo almeno 8 ore di digiuno sono superiori o uguali a 126 milligrammi per decilitro in due diversi esami;
- la glicemia è superiore o uguale a 200 milligrammi per decilitro dopo 2 ore dall’assunzione di 75 g di glucosio (questo esame si chiama test da carico orale di glucosio);
- l’emoglobina glicata è superiore o uguale al 6,25%.01
Prediabete: cos’è e quali sono i fattori di rischio
Secondo i diabetologi “prediabete” è un termine che non si dovrebbe più utilizzare e al quale si dovrebbe preferire la parola “disglicemia”.01 Tuttavia, resta ancora nell’uso corrente perché rende bene l’idea. Infatti, il prediabete è la presenza di un’alterazione del metabolismo del glucosio che non è ancora patologica, ma che ha molte probabilità di diventarlo nel prossimo futuro.02
Le persone con prediabete presentano una (o tutte) le seguenti caratteristiche:01
- hanno un’alterata glicemia a digiuno, ovvero un livello di glucosio nel sangue lievemente superiore alla norma (tra 100 e 125 milligrammi per decilitro);
- hanno una ridotta tolleranza al glucosio, ovvero un livello di glicemia a 2 ore dall’assunzione di 75 milligrammi di zucchero compreso tra 140 e 199 milligrammi per decilitro.01
Il prediabete aumenta moltissimo le probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2 ed è esso stesso un fattore di rischio di malattie cardiovascolari.02
I fattori di rischio di manifestare prediabete sono gli stessi del diabete di tipo 2. Alcuni di essi non sono sotto il nostro controllo (la componente genetica, per esempio, spesso segnalata dalla presenza di un genitore o un nonno che ne ha sofferto, l’età e una precedente gravidanza con diabete gestazionale), ma altri sì, come obesità e sovrappeso, una vita sedentaria, ipertensione e dislipidemia, ossia alterazione nei livelli di colesterolo e/o trigliceridi nel sangue. È su questi fattori che si può agire per far regredire il prediabete e prevenire il diabete di tipo 2.
Come prevenire il diabete e far regredire il prediabete
Per raggiungere questi importanti obiettivi non servono farmaci, ma basta cambiare il proprio stile di vita. Quelli che seguono sono i consigli delle più importanti associazioni italiane di diabetologi per prevenire il diabete di tipo 2 e far regredire il prediabete:01
- perdere il 7% del proprio peso corporeo, se in sovrappeso
- fare attività fisica per 150 minuti a settimana
- ridurre l’apporto di grassi e in particolare di quelli di origine animale (carne e latticini)
- aumentare il consumo di frutta, verdura e alimenti integrali per assumere più fibre
- mangiare più pesce, per assumere più acidi grassi omega 3
- condire con l’olio d’oliva e seguire la dieta mediterranea.01
Per esempio, scegliamo pane e pasta integrali e limitiamo molto i dolci (compresi succhi di frutta e bevande zuccherate), scegliamo alimenti di stagione e leggeri, cuociamo maggiormente al vapore, alla griglia o al forno e usiamo padelle antiaderenti (evitando così l’uso in eccesso di olio o burro). Quanto all’esercizio, anche semplici pratiche, come fare le scale invece di usare l’ascensore e passeggiare a passo sostenuto cinque volte la settimana per una mezz’oretta, possono fare la differenza. Questi rimedi sembrano banali, ma diversi studi ne hanno dimostrato l’efficacia; uno in particolare, citato nell’ultimo rapporto dell’Italian Barometer Diabete Observatory e pubblicato su “The Lancet Diabetes & endocrinology”, ha dimostrato che con queste misure un folto gruppo di pazienti è rimasto libero da prediabete e diabete, almeno per i sei anni successivi alla loro adozione.
Fonti
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Standard italiani per la cura del diabete mellito AMD-SID 2018.
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EpiCentro. Istituto Superiore di Sanità. Diabete. https://www.epicentro.iss.it/diabete/