Osteoporosi, una patologia silenziosa

In Italia ne soffrono 5 milioni di persone,01 ma molti non sanno identificarla

Solamente una donna su due colpita dall’osteoporosi è consapevole di avere questa malattia. Sul fronte maschile, solo un uomo su cinque. E ancora: il 50% delle persone affette da osteoporosi non sa di esserlo.01

Basterebbero questi dati per farci comprendere immediatamente che siamo di fronte a una tema­tica delicata, complessa e “silenziosa”. L’Organizzazione mondiale della sanità precisa che l’osteoporosi è una “malattia schele­trica sistemica caratte­rizzata da bassa massa ossea e da alterazioni ar­chitetturali dell’osso, che portano a un aumentato rischio di fratture”,01so­prattutto nelle zone del polso, delle vertebre, del femore e della caviglia.

Diffusione e fattori di rischio dell’osteoporosi

Patologia tipicamente “al femminile”, l’osteoporosi colpisce effettivamente in prevalenza le donne: il ministero della Salute stima che, nel corso della vita, in Italia raggiunga circa 5 milioni di persone, di cui l’80% sono donne in post menopausa01. La popolazione femminile difatti ha una minore mas­sa ossea rispetto agli uo­mini e la riduzione degli ormoni sessuali che av­viene con la menopausa ne determina una perdi­ta più rapida e precoce.

Cause dell’osteoporosi

Iniziamo con il dire che il nostro sche­letro si sviluppa rapida­mente fino all’adolescenza, raggiun­gendo le sue dimensioni massimali (densità minerale compresa) intorno ai 25 anni. Per questo motivo la pro­babilità di ammalarsi di osteoporosi dipende dalla massa ossea raggiun­ta tra i 20 e i 30 anni di età e dalla velocità con cui viene “distrutta” in seguito. Ovviamente in questo pro­cesso le caratteristiche genetiche svolgono un ruolo primario, ma sono altrettanto importan­ti anche altri fattori di rischio modificabili, che intervengono nel danneggiare la nostra massa ossea.01

Quali?

  • La sedentarietà;
  • la scarsa pratica sportiva;
  • un’ali­mentazione non equilibrata (in particolare pove­ra di calcio e ricca di sale);
  • l’abuso di al­col e di caffeina;
  • il fumo;
  • sovrappeso e obesità, ec­cessiva magrezza e i disturbi del comportamento alimentare.

Come prevenire l’osteoporosi?

Ce lo dice l’Istituto Superiore di Sani­tà, con consigli da adottare nella vita di tutti i giorni.02 Per mantenere le ossa forti e sane per tutta la vita è necessario assu­mere un adeguato e costante apporto di calcio dagli alimenti (ne sono parti­colarmente ricchi latte, latticini, broc­coli, spinaci, mandorle, fagioli, soia, sardine, salmone in scatola) o dagli integratori. Un buon consiglio è anche quello di diminuire l’apporto di sale nella dieta quotidiana, dal momento che contribuisce ad aumentare l’elimi­nazione del calcio con l’urina. Inoltre, è bene ricordare che un’esposizione della pelle ai raggi solari incrementa la produzione di vitamina D, utile pro­prio per “fissare” il calcio alimen­tare alla massa ossea. La vitamina D si trova an­che in alimenti come il tuorlo d’uovo, il tonno, le sardine o sotto forma di integratore.

Nell’osteopo­rosi la preven­zione svolge un ruolo fon­damentale, ma per essere effi­cace deve inizia­re precocemente, fin dall’adolescenza, quando l’apporto di cal­cio fornito dagli alimenti vie­ne assorbito dall’organismo e aiuta il consolidamento della densità ossea, rallentando o bloccando la perdita di massa ossea che si accompagna in modo inevitabile all’invecchiamento.

Bambini e ragazzi, inoltre, dalla scuola materna alla secondaria, dovrebbero praticare con costanza attività fisica e non abbandonarla mai più. L’esercizio fisico praticato con regolarità, infatti, è, come ci ricorda l’Istituto Superiore di Sanità,03 un potente alleato per raf­forzare le nostre ossa e rallentare il processo che porta all’osteoporosi: è consigliabile preferire discipline che allenano la resistenza e la forza, come la camminata, ginnastica a corpo libe­ro, ballo e bicicletta.


Fonti:

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