La routine quotidiana di un caregiver: cosa fa in una giornata tipo

di Marc Lawrence

Quale può essere la giornata tipica di un caregiver? Grazie a una testimonianza diretta, scopriamo cosa fa un caregiver, i vari compiti e alcuni consigli per gestire alcuni suoi tipici problemi quotidiani.

Cosa significa essere un caregiver

C’è un meme popolare su Internet che dice: "Essere genitori è facile. È come andare in bicicletta. Solo che la bici è in fiamme, tu sei in fiamme e tutto intorno a te è in fiamme, e a volte ti sembra di essere all’inferno".

Come genitore di una ragazzina di 12 anni, questa descrizione corrisponde alla mia realtà per la maggior parte del tempo. Se a questo si aggiunge il ruolo di caregiver del proprio coniuge, le parole non possono descrivere adeguatamente l’inferno in cui ci si può trovare.

Non fraintendermi, sia l’attività di genitore che quella di caregiver possono essere molto gratificanti. Soprattutto se si riesce a superare la più grande limitazione che i caregiver devono affrontare: non avere abbastanza tempo. Perché il tempo passa così in fretta? Durante i miei anni di lavoro in azienda, mi rimproveravo regolarmente perché non riuscivo a portare a termine ogni giorno tutto quello che c’era sulla mia lista di cose da fare. Non sono una persona particolarmente organizzata o efficiente, quindi ho usato praticamente tutte le piattaforme disponibili per la gestione delle attività, senza successo. Tuttavia, mi ritengo capace e in grado di portare a termine le cose quando altri potrebbero non riuscirci.

Ora che sono più anziano e più saggio, e rispondo soprattutto a me stesso, non provo lo stesso livello di frequente angoscia. Ho imparato a stabilire meglio le priorità, a fissare aspettative ragionevoli e a concedermi una pausa in caso di fallimento.

Per aiutarti a organizzare al meglio la tua giornata, vorrei raccontarti una mia giornata tipo, e darti alcuni consigli per rendere la tua giornata più simile al paradiso che all’inferno.

La giornata tipica di un caregiver

La mattina

Non sono una persona mattiniera. All’università, non ho mai partecipato a una lezione prima delle 11:00. Ironia della sorte, ora mi alzo alle 6:30 del mattino per svegliare il resto della famiglia. Mi alzo quindi presto, porto fuori il cane, sveglio tutti in casa, accendo le luci e il riscaldamento, controllo l’agenda della giornata, faccio una doccia e prendo la prima tazza di caffè. Dopodiché preparo mia figlia e la porto a scuola, un’operazione che di solito richiede un’ora. Poi prendo le mie medicine del mattino (sì, anche prendersi cura di se stessi è importante), faccio colazione, bevo una seconda tazza di caffè e pianifico il resto della giornata.

Una delle sfide più grandi nella mia vita di caregiver è che ogni giorno è diverso, sia in termini di orari che di imprevedibilità delle condizioni di mia moglie. Non so mai bene cosa aspettarmi finché non la faccio alzare.

Il resto della mattinata è in genere dedicato a soddisfare le sue esigenze, per farle la doccia, accompagnarla in bagno, prepararle da mangiare e accompagnarla alle sedute di terapia, a seconda delle necessità.

Il pomeriggio

I miei pomeriggi si concentrano di solito sul risolvere problemi assistenziali o accompagnare mia moglie ad alcuni appuntamenti, e sulle faccende domestiche, come il bucato, le economie domestiche, la gestione dell’assicurazione medica, la programmazione e qualsiasi altra cosa serva.

Mi prendo anche del tempo per scrivere il mio blog. Ho solo tre ore di tempo per fare tutto questo, perché mia figlia torna a casa verso le 15.00.

Poi la mia attenzione si sposta sui suoi problemi, sui suoi appuntamenti e sui compiti. Inoltre, devo iniziare a pensare alla cena.

Il pomeriggio è il momento in cui rischio maggiormente di non portare a termine un compito, perché inevitabilmente si presenta qualche problema imprevisto che mi costringe a modificare i miei programmi.

La sera

La mancanza di energie può rendere la sera il momento più stressante per me. Cerco di assicurarmi che tutti abbiano da mangiare (compreso il cane), che mia figlia sia pronta per il giorno dopo, che la mia famiglia trascorra del “tempo di qualità” insieme e che mia moglie e mia figlia vadano a letto a un buon orario. (Il cane invece va a dormire da solo verso le 20:30).

Quando ho finito tutto e ho riordinato casa, di solito sono le 22 o le 22:30. Le due ore successive sono il tempo che dedico a me, per recuperare le cose importanti che mi sono sfuggite prima, per lavorare sui miei progetti o per rilassarmi guardando la TV. Quando tutto va bene, sono a letto entro mezzanotte e mezza, un orario normale per me che sono sempre stato un nottambulo.

Il tipo di giornata che ho descritto sopra si verifica circa il 50% delle volte. Il resto delle volte, qualcosa interrompe il flusso. Può trattarsi di una malattia inaspettata, di incubi, di momenti difficili o di una miriade di altri problemi che possono presentarsi. In questi casi, mi ritrovo a dormire solo un paio d’ore al massimo, e quindi sonnecchiare durante il giorno diventa fondamentale.

Caregiver: come sopravvivere a questa vita frenetica

Ogni persona è diversa e ha un livello di tolleranza variabile allo stress, all’incertezza e al caos, quindi, è difficile dire cosa funzionerà per ognuno di noi. Tuttavia, vorrei condividere i seguenti consigli, frutto della mia esperienza di caregiver, per aiutarti ad affrontare al meglio la giornata e a riuscire a fare più cose possibili.

1. Conosci te stesso e prenditene cura

La cosa più importante da fare è conoscere e accettare se stessi. Riconoscere le proprie abitudini, la propria tolleranza alla frustrazione e i propri livelli di energia. Quando si cerca di andare oltre i propri limiti, si rischia di aumentare i livelli di stress e di fallire in molti compiti.

Si possono migliorare la propria resistenza e i propri comportamenti con il tempo e utilizzando strumenti come l’esercizio fisico, la meditazione, i sonnellini, un’alimentazione sana, ecc. Prendersi un po’ di tempo per sé e concedersi qualcosa che fa stare bene è importante per il benessere fisico e mentale.

Cerca di inserire quindi i tuoi bisogni e il tuo benessere tra gli impegni quotidiani, Il punto è: meglio ci si prende cura di se stessi, più si è in grado di prendersi cura degli altri.

2. Pianificazione e coerenza sono fondamentali

La mia giornata richiede molta flessibilità, data la natura della patologia di mia moglie e l’età di mia figlia. Se ti prendi cura di una persona che ha bisogno di seguire una certa routine quotidiana, la pianificazione e la coerenza saranno i tuoi alleati. Ho un programma per ogni giorno, che gestisco attraverso una serie di agende online e varie liste. Uso i dispositivi elettronici (assistenza intelligente) sparsi per la casa per avere accesso immediato alle mie agende e alle mie liste ogni volta che ne ho bisogno. Ne ho anche una in macchina. Il sistema non è perfetto e non sempre vedo le mie notifiche, ma è comodo, flessibile e soprattutto accessibile ad altri che potrebbero aiutarmi.

3. Cerca di essere il più efficiente possibile

Cerco sempre di essere il più efficiente possibile. Se cucino, preparo abbastanza per un paio di pasti o più. Se ordino da asporto, ordino un piatto in più per assicurarmi un pranzo o una cena extra. Quando faccio la spesa, raddoppio i prodotti non deperibili, così non devo fare la spesa ogni settimana. Sebbene mi piaccia sostenere le aziende locali, faccio gran parte dei miei acquisti online, che vanno dai singoli articoli che altrimenti richiederebbero un viaggio al negozio di ferramenta, o all’acquisto di prodotti sfusi come la carta per assicurarmi che la casa sia ben rifornita. Mi sento ancora frustrato quando compro prodotti deperibili, ma sono migliorato, riesco a non comprare troppo e a ridurre lo spreco.

4. Crea un piano di riserva

Se devo essere sincero, questo è un consiglio che non ho seguito. Ma dovrei. Non ho un piano di riserva. Mia sorella mi aiuta come può, ma se mi ammalassi o venissi arrestato o rapito dagli alieni, potrebbe non esserci nessuno disponibile a sostituirmi immediatamente. È un pessimo scenario che mi sto impegnando a correggere. Nel migliore dei casi, mia sorella, alcuni amici stretti o un altro membro della famiglia verrebbero in aiuto. Nel peggiore dei casi, dovrei assumere un assistente. Dico che questo è il caso peggiore, perché l’assistente non conoscerebbe la nostra routine quotidiana, probabilmente non sarebbe in grado di occuparsi di mia moglie e di mia figlia, e probabilmente sarebbe piuttosto costoso.

5. Respira e lascia perdere gli insuccessi

Prendi ogni giorno, ogni ora e ogni minuto come viene, e ricordati di respirare. Goditi i tuoi successi e lascia perdere gli insuccessi.

6. Ricorda che puoi chiedere aiuto

Non avere paura di chiedere aiuto a medici o assistenti sociali, ma anche a familiari o amici.

Chi sono i caregiver?

La figura del “caregiver familiare” viene definita dall’ordinamento italiano (Legge 205/2017, art. 1 co. 255) come la «persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto […], di un familiare o di un affine […] che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé […]».01


Fonti

  1. Back to contents.

    GU Serie Generale n.302 del 29-12-2017 - Suppl. Ordinario n. 62. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/12/29/17G00222/sg

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